Adottare fa rima con amare
Il sacro dono della maternità, espresso anche dal bel gesto dell’adozione, deve condividere amore ed affetto ugualmente in modo inclusivo.
Quest'importante tema è stato discusso presso la Boa Vontade TV nel programma Sociedade Solidaria [Società Solidale]. In tale occasione il conduttore TV e laureato in Scienze Sociali Daniel Guimarães ha intervistato Mônica Natale de Camargo, gestore esecutivo del Grupo de Apoio à Adoção de São Paulo (GAASP, in portoghese) [Gruppo di Appoggio all’Adozione di São Paulo], in Brasile.
Cambiamento di cultura
Alcune stimative segnalano che per ogni bambino in attesa di adozione ci sono sei coppie o sei individui richiedenti. Mônica Natale chiarisce: «Abbiamo ancora la cultura del profilo. Cosa desidera la maggior parte dei richiedenti? In genere vogliono bambini molto piccoli, bebè, di carnagione bianca oppure della loro stessa etnia. Ed i bambini che si trovano disponibili in genere sono gruppi di fratelli e sono più grandi, ed alcuni con necessità speciali. Allora, cosa si deve fare? Cambiare questa cultura al riguardo dell’adozione. Il richiedente deve capire qual è la realtà del Paese e con tenerezza cominciare a guardare con affetto i bambini, cambiare quel concetto del figlio idealizzato in quello del figlio possibile».
Lungi da noi il pregiudizio
Un alto senso di umanità deve risiedere nel cuore delle creature senza dar luogo a pregiudizi. Il gestore del GAASP segnala cosa può essere fatto: «In primo luogo una maggior divulgazione su cosa sia l’adozione, capire che cosa significa adottare, che cosa significa un figlio nella vita. Questo è importante! La cultura relativa all’adozione dev'essere cambiata, certamente, per mezzo di programmi televisivi come questo in cui si discute, si parla di tali necessità».
Il tema merita veramente uno sguardo più attento da parte di ognuno di noi, sia sulle politiche pubbliche che sulla società. È un diritto basico di ogni bambino quello di avere una famiglia che lo protegga, lo ami e lo rispetti.
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