Religione non fa rima con intolleranza
Alziro Zarur (1914-1979) diceva che «il più grande criminale del mondo è colui che predica l’odio in nome di Dio».
Il 21 gennaio è celebrato la Giornata Mondiale della Religione. Sul giornale brasiliano Folha de S.Paulo, negli anni ‘80, interrogato da un lettore, risposi che non vedo religione come un’arena dove le molte credenze si lanciano violentemente all’attacco o in difesa di principi o di Dio che è amore e che, per questo, non può approvare manifestazioni di odio nel Suo Santo Nome e neppure ha bisogno di una rabbiosa difesa di chiunque sia. Alziro Zarur diceva che «il più grande criminale del mondo è colui che predica l’odio in nome di Dio».
Intendo la Religione come Solidarietà, rispetto per la vita, illuminazione dello Spirito che tutti siamo. Posso solo comprenderla come qualcosa di dinamico, vivo, pragmatico, altruisticamente realizzatore, che apre percorsi di luce nelle anime e, per questo, deve essere all’avanguardia etica. Non la capirei se non agisse anche in un modo sensato nella trasformazione delle tristi realtà che affliggono ancora i popoli. Questi hanno sempre più bisogno di Dio, che è l’antidoto ai mali spirituali e morali, e di conseguenza ai mali sociali, tra cui l’immobilismo, il settarismo e l’intolleranza degeneranti che oscurano lo Spirito delle moltitudini. [...] E in nessun modo gli atei dovrebbero essere esclusi da qualsiasi provvidenza che andrà a beneficio del mondo.
La Religione può rendere l’essere umano migliore, integrandosi nel suo Creatore, attraverso l’esercizio della fraternità e della giustizia tra le Sue creature. Con un attento senso di opportunità, così preconizzava il Profeta Maometto nel Sacro Corano: «Crediamo in quello che ci è stato rivelato e in quello che vi è stato rivelato. Il nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio. A Lui ci sottomettiamo.»
Dio, Saggezza e Comprensione
Il Padre Celeste è fonte inesauribile di saggezza e di comprensione, quando non è analizzato in una forma stereotipata o caricata. Ricordo queste parole di Santa Teresa d’Avila (1515-1582): «Cerchiamo sempre di apprezzare le virtù e le cose buone che vedremo negli altri e di coprire i loro difetti pensando ai nostri grandi peccati.»
Tutto evoluisce. Una volta si diceva che la Terra era il centro dell’Universo. Perché, allora, le credenze dovrebbero fermarsi nel tempo? Al contrario, la religione, quando sinonimo di misericordia, deve illuminare armoniosamente tutti gli altri pensieri. A questo proposito, è bene ricordare quello che diceva lo scettico Voltaire (1694-1778): «La tolleranza è necessaria così in politica come in religione. Solo l’orgoglio ci fa essere intollerante.» [...]
Per riscaldare la freddezza del cuore
È bene anche ricordare quest’ampia massima di Zarur: «Religione, filosofia, scienza e politica sono quattro aspetti della stessa verità, che è Dio.»
Orbene, voler conservare questi aspetti del sapere universale chiusi nei dipartimenti stagnanti, o in un conflitto preconcetto, è stato l’origine di molti mali che ci affliggono, in particolare quando si riferisce alla religione, intesa nel suo senso più profondo. È principalmente dalla sua area che deve provenire lo spirito di solidarietà che, mancando negli altri aspetti, risulta nella freddezza dei sentimenti che caratterizzano le relazioni umane, soprattutto ai giorni d’oggi.
Educazione con spiritualità ecumenica
L’assenza della fraternità ha suscitato un grande scompenso tra il progresso materiale e la maturità morale e spirituale. Ma è sempre il momento giusto per placare i risentimenti. Quindi, non ci sarà pace fino a quando continueranno le crudeli discriminazioni e i criminosi dislivelli sociali, che sono provocati dall’avidità, che deve essere combattuta attraverso una efficiente educazione con spiritualità ecumenica. Se non optiamo per simile cammino, saremo condannati a quella realtà già denunciata da Gandhi (1869-1948): «Occhio per occhio e l’umanità finirà per diventare cieca».
Sempre si può giungere a una buona intesa quando c’è un’intesa nella quale gli individui si impegnano. E tutto questo ha fatto sì che la civiltà, almeno quella che vediamo in giro come tale, sopravvivesse miracolosamente ai suoi peggiori momenti di follia. La saggezza del Talmud porta il suo messaggio pratico: «La pace è per il mondo quello che il lievito è per la pasta». Esatto.
Vi è chi preferisce riferirsi allo spirito religioso esaltando le devianze patologiche verificatesi nel corso dei millenni. (In nessun modo includo in questi commenti gli storici e gli analisti di buon senso). Credo che questa condotta belligerante che ha tinto di sangue la Storia debba essere allontanata dai nostri cuori con urgenza, per forza di atti giusti, poiché maggiori sono le ragioni che ci devono affratellare di quelle che ci servono per aizzare rancori. L’odio è un’arma puntata contro il petto di chi odia. Molto opportuno è, quindi, quest’ammonimento del Pastore Martin Luther King Jr. (1929-1968), che non risparmiò la propria vita per gli ideali che difese: «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato l’arte di vivere insieme come fratelli.»
Il miracolo che Dio si aspetta dagli esseri umani è che loro imparino ad amarsi, affinché non impazziscano completamente come nella ricerca per uso bellico dell’antimateria.
L’altare migliore per la venerazione del Creatore sono le Sue creature. Si rende impellente che l’Umanità abbia umanità.
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